Chi sono

Costruire dal niente e ricostruire dalle macerie: così si potrebbe riassumere la mia storia professionale. Laureata in Lettere con lode all'Università Cattolica di Milano, ho vissuto a Genova per gran parte della mia vita, tra il centro storico e Voltri. 
Ho lavorato per oltre 30 anni a teatro, come artista e direttrice, gestendo macchine burocratiche complesse, gruppi di persone eterogenee e rapporti con enti pubblici e privati. 
 Nel lavoro teatrale ho messo al centro la ricerca della giustizia e della verità, gli eroi dimenticati, le donne, i viaggiatori di ogni epoca. "Fuori dal centro e fuori dagli schemi" era il motto del Teatro Cargo, che ho fondato a Genova Voltri. Ho risanato il Teatro Stabile di Catania, da me diretto per 4 anni, dopo un commissariamento per 13 milioni di debiti. Attualmente sono impegnata in progetti artistici con istituzioni genovesi. Tra le cose che mi rendono felice ci sono l’insegnamento dell'italiano agli stranieri e le passeggiate sul mare. Mi sento genovese e cittadina del mondo.

Perché mi candido

Questo è un tempo difficile che chiama a prendere posizione e ad assumere responsabilità. Perciò ho accettato di candidarmi nella lista Silvia Salis Sindaca, di cui condivido valori e visione della nostra città. Non esiste impegno culturale senza impegno civico: il mio percorso dimostra questa convinzione. E penso anche che una politica volta al benessere della comunità debba porsi seriamente il problema del valore della cultura in una città.

GENOVA CULTURA BENESSERE LAVORO

Le linee del mio programma verranno arricchite anche grazie alle riflessioni delle persone che incontrerò nelle prossime settimane.
Cultura per me significa diritti e servizio pubblico, valorizzazione dei territori, rispetto dell’ambiente, partecipazione, persone pensanti e attive. Significa coesione e giustizia sociale.

Ascoltare è una priorità

Se la politica cittadina ultimamente non è stata in grado di intercettare le richieste di partecipazione da parte della cittadinanza e si è arroccata in decisionismi incapaci di mettere in atto strategie a lungo termine che affrontassero la complessità della comunità, è anche un problema culturale.

Recuperare la retrocessione

Siamo andati indietro: sempre meno internazionalizzazione, sempre meno innovazione, nessuna strategia che non fosse una disparata collezione di eventi privi di ritorno sul territorio. Non è quello che hanno fatto tante altre città, a partire da Torino e Milano, negli anni post-pandemia. Ma siamo andati indietro anche rispetto a Genova 2004 Capitale Europea della Cultura, dove la riorganizzazione del sistema museale e la valorizzazione del patrimonio storico artistico era parte di un progetto complessivo di riqualificazione dello spazio pubblico, di ridisegno dell’attrattività dopo l’accelerata deindustrializzazione, di costruzione di nuovi sentimenti di appartenenza. Sono passati 20 anni, ma da quasi 10 manca una definizione di obiettivi, ha prevalso la routine, né si sono investite razionalmente le risorse. Bisogna recuperare.

Mettere in relazione passato, presente e futuro

La cultura a mio parere è un processo dinamico e un dialogo costante tra passato, presente e futuro, è una domanda sui grandi cambiamenti della modernità e le sue emergenze.
Ho provato a raccontarlo nel mio lavoro di regista e autrice, riflettendo su temi come i diritti, il corpo delle donne, l’emergenza energetica del pianeta, lo sfruttamento del lavoro, la guerra, le migrazioni e il rapporto con il potere. Temi contemporanei anche quando sono scaturiti da storie del passato, per raccontare una visione di cultura che mette in relazione passato e presente.
La cultura si declina con molteplici aspetti della vita di una città, la arricchisce e la nutre.
La ricchezza culturale di Genova ha alimentato nei secoli il suo spirito e costituisce oggi un patrimonio materiale e immateriale inestimabile e non abbastanza valorizzato, su cui fondare il futuro della città.
Come candidata esperta in materia culturale, mi impegno a rilanciare questo patrimonio, promuovendo un modello di sviluppo che unisca la conservazione della nostra storia con l'innovazione e la creatività.

La cultura e la città

Le mie esperienze prima come fondatrice e direttrice del Teatro Cargo a Voltri, poi alla direzione del Teatro Stabile di Catania, di cui ho contribuito al risanamento economico e al rinnovamento artistico, mi inducono a pensare che la cultura possa essere posta al centro di un programma politico, come motore per migliorare la qualità della vita delle persone.

Reti e innovazione per il lavoro culturale

La mia storia professionale mi ha insegnato che per rendere efficiente un’azione culturale, essa deve prevedere la creazione di reti tra diverse istituzioni anche eterogenee, conducendole ad operare non come monadi, ma in un sistema complesso di relazioni, per cui ognuna potenzia e favorisce se stessa e le altre. Ciò non solo all’interno dei confini cittadini, ma anche con i poli di pregio artistico e naturalistico dell’intera Regione, perché sia proficuo il rapporto tra cultura urbana e qualità del paesaggio.
Creare reti significa anche pensare le istituzioni culturali della città secondo modelli gestionali innovativi.
Questo approccio, integrato con politiche partecipative stimola la crescita delle industrie culturali e creative, risorsa essenziale per il progresso sociale ed economico.
Mi impegno a sostenere politiche attive per la creazione culturale e la conservazione del patrimonio materiale e immateriale di Genova, contribuendo all’internazionalizzazione e alla sprovincializzazione della città, anche attraverso processi di innovazione tecnologica e gestionale.

Cultura in ogni quartiere

La cultura deve essere accessibile a tutta la cittadinanza, in ogni quartiere, senza limitarsi a trasferire eventi dal centro alla periferia, ma sviluppando ovunque poli culturali con infrastrutture adatte alle diverse comunità.
Fare cultura significa garantire spazi pubblici di qualità, curare il decoro urbano, implementare infrastrutture digitali e ambientali innovative in ogni quartiere.
Per migliorare il benessere sociale e favorire la partecipazione, è compito di un’amministrazione garantire l’offerta culturale come diritto per tutta la popolazione, promuovendo iniziative culturali rivolte anche a fasce vulnerabili (popolazione anziana, malata, disabile, detenuta, fasce meno abbienti, nuove e nuovi membri della comunità).
Il mio progetto mira a trasformare la città in un laboratorio di sperimentazione culturale, in cui vi siano investimenti mirati non solo a rispondere alla domanda culturale, ma anche a stimolarla; in cui siano in atto politiche inclusive per permettere ad ogni cittadino di sentirsi parte di una comunità.

Cultura, istruzione, socialità

Si intende rafforzare il legame tra scuola, università e istituzioni culturali, favorendo percorsi didattici e stage, dedicati a teatro, arti visive, scrittura, danza, cinema, eccetera.
La cultura è un elemento fondamentale per la crescita armoniosa delle persone giovani, favorendo lo sviluppo emotivo e cognitivo. Attraverso di essa le ragazze e i ragazzi imparano a esprimere emozioni, a comprendere se e gli altri, rafforzando così la propria salute mentale. La cultura è anche educazione affettiva: insegna l’empatia, stimola il pensiero critico e aiuta a costruire relazioni sane con consapevolezza e sensibilità.
La cultura è anche un momento di aggregazione sociale che contribuisce a contrastare la solitudine e la depressione, a mantenere vivaci e attive le persone non più anagraficamente giovani.

Culture

L’identità di Genova è fluida e in trasformazione. È essenziale valorizzare le diversità che popolano l’ambiente urbano, incentivando progetti che mettano in relazione culture diverse e favoriscano eventi di partecipazione e scambio. Cultura plurale significa anche dare voce a chi ne ha poca: minoranze, nuovi genovesi, tutte e tutti hanno diritto ad essere rappresentati nella narrazione pubblica. Sono convinta che la molteplicità di punti di vista sia una ricchezza per chiunque. La cultura può trasformare il modo in cui vediamo il mondo, educando al rispetto e abbattendo stereotipi.

Turismo sostenibile

Una città che pone la cultura al centro delle sue politiche diventa naturalmente attrattiva per un turismo sostenibile, capace di valorizzare il patrimonio locale e rispettare il tessuto sociale. Il turismo sostenibile, a differenza di quello “mordi e fuggi" o massificato, privilegia esperienze autentiche, distribuisce i flussi nel tempo e nello spazio, e riduce l’impatto ambientale. Genova potrebbe trarre grandi vantaggi dal turismo culturale. Questo tipo di turismo favorisce l’economia locale, incentiva la cura del territorio e stimola l’innovazione culturale. In questo modo, la città può crescere in modo armonioso e duraturo.
La vita culturale di una città è uno degli elementi che più incidono non solo sulla scelta di visitarla, ma anche sulla scelta di viverci, soprattutto per studenti universitari e professionisti qualificati. Un’offerta culturale ricca e dinamica attira persone curiose, creative, con alta formazione e capacità innovativa. Sono queste persone a generare valore, conoscenza, impresa. Per questo, investire nella cultura è anche una strategia per rendere Genova più attrattiva, viva e competitiva.
Migliorare la vita culturale significa investire nel futuro della città.

9 PUNTI PER LA CULTURA A GENOVA

1. Garantire cultura ovunque in città

 

2. Mettere la cultura in relazione a scuola e università

 

3. Porre la cultura al servizio del benessere sociale

 

4. Assicurare alla cultura una visione plurale

 

5. Scegliere la cultura come leva per il turismo

 

6. Internazionalizzare e innovare la cultura

 

7. Investire nella cultura per dare lavoro a una nuova classe creativa

 

8. Rinnovare la cultura nel dialogo costante con le istituzioni culturali

 

9. Supportare la cultura creando un patto tra pubblico e privato

RASSEGNA STAMPA

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