Drammaturgia e regia: Laura Sicignano
Con Elena Dragonetti, Aldo Ottobrino
Scene e costumi Francesca Marsella
Musiche originali Giacomo Gianetta, Matteo Spanò
Disegno luci Tiziano Scali
Assistente alla regia e organizzazione Marta Caldon
Tecnico e video Luca Serra
Assistente alle scene Valentina Albino
Sarta Marisa Mantero
Il visconte di Valmont, cinico seduttore, ha deciso di conquistare la castissima e maritata Madame de Tourvel. Confida il suo progetto alla marchesa de Merteuil, sua ex amante. Sarà lei a guidare a distanza le avventure di Valmont, imponendogli di rispettare il codice libertino. Il gioco si rivela fatale per i due protagonisti e per tutti gli inconsapevoli personaggi. Lo spettacolo vede in scena solo i due libertini, che giocano con i sentimenti altrui non meno che con i propri, in un continuo mascheramento. Nella società dei due libertini l’amore è una faccenda da servette. Quel che conta è collezionare conquiste come farfalle da infilzare in un quadro: una sfrenata corsa alla conquista dove l’amoralità del loro agire è requisito essenziale. Ma, ribaltando la storia in una prospettiva contemporanea, fino a che punto il libertinismo ha contribuito all’emancipazione della donna, liberandola dal suo ruolo di sposa e madre e fino a che punto è stato invece uno strumento di ulteriore oppressione e asservimento alla sessualità maschile? Chi è più libera, infine, la virtuosa Tourvel che accetta di sacrificare la sua dignità e la sua stessa vita all’amore o la Merteuil che pretende di manovrare le persone e i propri sentimenti come burattini? Entrambe soccombono senza avvertire l’incombere della Rivoluzione. Una storia d’amore e di finzioni, dove la raffinatezza dello stile è più importante dell’autenticità del sentimento, dove la cipria e le parrucche nascondono mostri di vuotezza, dove l’ironia è l’arma tagliente per ferire e trionfare.
Note di regia
L’amore si puó fingere. Basta avere la fantasia di uno scrittore e l’abilità di un commediante. Lo dice la Marchesa de Merteuil in una lettera, dove descrive l’educazione sentimentale a cui lei stessa si è sottoposta, con caparbia determinazione, per costruire il suo perfetto personaggio di Eva diabolica. Madame preferisce il sapere al piacere. È una mina vagante in una società dove le donne sono condannate a tacere ed obbedire. Ma la sua segreta e privatissima ribellione sarà anche il suo destino di autodistruzione. È più libera lei o la sua antagonista, la pia Madame de Tourvel che decide di abdicare ai suoi principi di devozione coniugale per consacrarsi definitivamente al suo amore? La Marchesa è regista di uno spettacolo crudele che vede protagonista Valmont, il libertino per eccellenza, che la società ritiene libero di agire secondo i propri capricci, fuori da ogni regola morale, anzi lo approva implicitamente, in quanto uomo. E in quanto uomo libero, la Marchesa lo sceglie per vendicare il suo sesso. Una guerra dove non ci sono vincitori. Una recita senza verità. In scena due soli attori, Valmont e la Marchesa giocano all’eterno teatrino dell’amore, disprezzandolo profondamente, disprezzandone i personaggi che lo provano veramente. Con gli attori abbiamo lavorato proprio sul confine tra finzione e realtà, sui livelli psicologici di ció che ciascuno vuole mostrare di se’, di ciò che è veramente, di ciò che pensa di essere. Questa recita è l’unico gioco che questi rappresentanti di una civiltà al tramonto sanno giocare per vincere la noia. Liberatisi da ogni regola, hanno perso qualsiasi ideale. Senza voler provare sentimenti, danzano elegantemente sopra l’abisso, con un eloquio sofisticato, esclusivo, con il gusto scientifico di sperimentare dolore e piacere, fino alla distruzione, quando il sentimento inevitabilmente sfonda la fragile parete della finzione ed esplode nelle loro vuotissime esistenze.
Laura Sicignano