Tra i vivi non posso più stare

2013

Ideazione Roberto Doati – Conservatorio “Niccolò Paganini”

Regia Laura Sicignano

Drammaturgia Matteo Spanò in collaborazione con Laura Sicignano

Con Massimiliano Caretta, Sara Cianfriglia, Elena Dragonetti, Aldo Ottobrino, Gianmaria Martini

Direzione tecnica Federico Canibus

Regia del suono Giacomo Gianetta, Michele Pizzi, Matteo Spanò

Regia video Luca Serra, Michele Pizzi

Musiche a cura del Conservatorio “Niccolò Paganini”

Scuola di Composizione (supervisione Riccardo Dapelo) Luca Brignole
Scuola di Jazz (supervisione Pietro Leveratto) Simone Amodeo, Lorenzo Barcella, Stefano Bertolotto, Marco Borella, Andrea Bottaro, Nicola Bruno, Giulia Cancedda, Federico Fugassa, Giacomo Gastaldi, Stefano Genti, Andrea Golembiewski, Cesare Grossi, Francesco Mascardi, Matteo Pinna, Andrea Rizza, Alice Quario Rondo, Lorenzo Spinozzi, Simone Tassara, Luca Tonoli
Scuola di Musica Elettronica (supervisione Roberto Doati) Giacomo Gianetta, Michele Pizzi, Matteo Spanò, Boris Valle, con la collaborazione esterna di Angela Zecca (voce)
Coro del Conservatorio diretto da Maurizio Salvi
Noos Ensemble del Conservatorio diretto da Massimo Lauricella (Elena Bacchiarello clarinetto, Francesco Bagnasco violino, Giulia Beatini contralto, Lorenzo Bergamino percussioni, Federico Bragetti violoncello, Giulia Carlini flauto, Matteo Guerrieri basso, Filippo Laneri viola, Paolo Marasso contrabbasso)

Luci, scene, costumi, video e fotografia a cura dell’Accademia Ligustica di Belle Arti

Luci Alessia Ammirati, Emanuela Borra (coordinamento Liliana Iadeluca)

Scene Valentina Cosulich, Erika Lerma, Francesca Mazzarello, Marta Migliaccio (coordinamento Simona Barbera)

Costumi Andrea Castagnasso, Silvia Koubek (coordinamento Guido Fiorato)

Video Enea Castellini, Arianna Sortino (coordinamento Simona Barbera)

Fotografia Valentina Cosulich, Francesco Manias, Federica Montrucchio

Crediti

Un evento in cui si fondono musica, teatro e arti visive: lo spettatore è completamente immerso in un ambiente dove rischia di farsi sopraffare dalle emozioni. Fuori da ogni retorica, questo evento affronta l’Olocausto con occhi contemporanei: inevitabile poiché lo spettacolo è stato il crogiuolo delle sensibilità di un ampio gruppo di giovani artisti provenienti da Conservatorio e Accademia, a confronto con professionisti più maturi, me e gli attori, tutti di quasi ventennale esperienza di palcoscenico. Sarà uno spettacolo vivo, anche perché mette a confronto diverse generazioni. Un esempio che in un’Italia gerontocratica e, nel teatro più che mai, non è comune. Come trattare oggi dell’Olocausto? Noi, l’ultima generazione che ha avuto la possibilità di parlare con testimoni viventi, abbiamo una responsabilità. La parola si ammutolisce o si deforma/trasforma in suono, immagine, silenzi, azione. Non si può rappresentare, ma solo far intuire il Male, il Non Senso, farlo risuonare nell’intimo mondo emotivo di ogni singolo spettatore. Anche per questo lo spettacolo è a numero limitato, per parlare a tu per tu con ciascuno, secondo uno stile non nuovo al Cargo. Dove sono i confini tra vittima e carnefice, tra umano e disumano? Come si esprime il controllo in un potere totalitario? Quanto siamo anestetizzati oggi dall’ipertrofica informazione e finzione della violenza? Quanto è banale il Male? E’ più importante il profitto di un’intera nazione o una singola vita umana? La tragedia si esprime nella quantità delle vittime più che nella sopraffazione su un’unica persona? Si può trovare lenimento al dolore nella bellezza? La perfezione di un sistema può essere micidiale strumento di distruzione. Non sarà uno spettacolo da cui uscire a cuor leggero e probabilmente non si troverà catarsi dentro il teatro, ma solo in un’azione da compiere al di fuori del contesto artistico, ovvero nel quotidiano di ciascuno di noi.

Laura Sicignano

Sinossi
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