I treni della felicità

2022

ideazione e regia Laura Sicignano

testo Laura Sicignano e Alessandra Vannucci
con Fiammetta Bellone,
Federica Carruba Toscano, Egle Doria
musiche di scena eseguite dal vivo
Edmondo Romano
scena Francesca Marsella
costumi Daniela De Blasio
luci, video e foto Luca Serra
tecnica Francesca Mazzarello

una co-produzione
Fondazione Luzzati-Teatro Della Tosse
Associazione Madè

Storie liberamente ispirate alle vite di
Ida Cavallini, Rosanna De Luca, Elvira Suriani, Ada e Teresa Foschini, Maria Maddalena Di Vicino,
Anna Berio, raccolte da Giovanni Rinaldi in C’ero anch’io su quel treno ed. Solferino
Paola Zeni, in ©Gli occhi più azzurri, Le storie vere dei Treni dei bambini, Simona Cappiello. Colonnese Editore.
Teresa Noce, Maria Maddalena Rossi, Luciana Viviani, Angiola Minella, Adele Bei, Miriam Mafai e centinaia di altre donne generose e intelligenti. Ma anche di Filippo Cuomo, Nanninella e di altri 70mila bambini.

Si ringrazia Silvia Neonato e la Biblioteca UDI
di Genova.
Con il patrocinio di UDI – UDI Genova APS
e ANPI Genova

Crediti

"I treni della felicità. Questa storia nei libri di storia non c’è" racconta un episodio storico dell’immediato Dopoguerra che vede protagoniste le donne nell’organizzazione di convogli che hanno trasferito “in Alta Italia”, principalmente in Emilia Romagna, circa 70 mila bambini in condizioni di assoluta miseria da tutta la penisola.

Il primo convoglio partì da Milano nel 1945 e fu organizzato dalle donne comuniste milanesi ed emiliane. Non era più un treno di morte come i convogli dei deportati, ma ricostruiva la vita.

A chiamarli “treni della felicità” fu il sindaco di Modena; a lanciare l’iniziativa furono le donne della neonata Udi, a partire dall’idea di solidarietà laica che animava Teresa Noce, battagliera dirigente comunista e partigiana da poco rientrata dal campo di sterminio di Ravensbrük.

I lunghissimi viaggi in treno rappresentavano per i ragazzini un percorso di formazione, anche segnato dal trauma dell’abbandono, che coincideva con la conoscenza del paesaggio italiano distrutto dalla guerra. Pur non essendo ricche, le famiglie ospitanti accoglievano i bambini come figli, nell’idea che l’Italia si sarebbe risollevata e ricostruita grazie alla collaborazione di tutti. I piccoli vennero rivestiti, mandati a scuola, curati, in cambio di niente, grazie anche all’appoggio del Pci, dei Cln locali, delle sezioni Anpi, delle amministrazioni e della popolazione in genere.
Si intrecciarono non solo storie pratiche di soccorso, ma storie emotive di relazioni e di affetti che poi durarono nel tempo. Storie di chi sapeva costruire comunità.

Sinossi
Per richiedere il video integrale dello spettacolo potete scrivermi qui.
Il video di UDI Genova dedicato ai Treni della Felicità per la Notte degli Archivi 2023
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